"In altre parole, a scuola impariamo che ad una domanda
si risponde solo in un modo e che quella risposta è scritta in una certa
pagina del nostro libro. Si finisce così per confondere l’apprendimento
con l’obbedienza, il rispetto con la paura, l’interesse con l’ambizione, la
sicurezza interiore con la rigidità, la fermezza con la costrizione, la
prontezza mentale con la ripetizione, l’abilità con l’omologazione, la
conoscenza con il ritenere a memoria e l’intelligenza con il buon utilizzo
pratico di quanto memorizzato.
Una strada efficace per recuperare vitalità divergente,
consiste nel disimparare i binari univoci instillati nella nostra
infanzia che ci inducono a possedere conoscenze rigide, schemi di pensiero e
comportamento, e quindi convinzioni, unilaterali, cristallizzate, incapaci di
concepire o accogliere il nuovo.
Ogni volta che impariamo davvero una cosa nuova,
questa manda in crisi tutto il nostro assetto interiore, rivoluzionandolo. Ciò
corrisponde ad una crescita, ad un cambiamento profondo della persona.
Disporsi
a disimparare vuol dire prima di tutto permettere che ciò che è diverso da noi
provochi i nostri schemi mentali e il nostro stile di vita. E’ una scelta
profonda di apertura. Essere curiosi, aprirsi e lasciarsi mettere in crisi.
Essere disposti a perdere il nostro equilibrio interiore, per renderlo dinamico
e non statico.
Imparare con l’azione è un percorso a tutto tondo, che coinvolge tutti noi stessi:
l’esperienza ci tocca in tutte le parti di noi, e la crescita è integrale. Si tratta di una sapienza del corpo, dei sentimenti,
delle mani e dei piedi, di cui si usufruisce per via istintiva, cinetica ed
emozionale, affettiva, non razionale.
Un discorso non ci trasforma. Delle nozioni teoriche possono farci capire intellettualmente, ma rimarrà una separazione dal nostro comportamento. L’esperienza ha un potere di disapprendimento e apprendimento formidabile. Che genera pensiero divergente.
Disimparare è insomma un percorso di crescita personale, intimo, che riguarda le nostre scelte più profonde, e la nostra vita in generale. Che ci consente di ampliare lo spettro del vivibile nella nostra vita, individuale e di gruppo."
Per chi ha voglia di dis-imparare: qui l’articolo completo di Raffaella Cataldo.
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