La scuola dei miei sogni è una scuola che mette al centro, per davvero, il bambino. E non le sue prestazioni.
La scuola dei miei sogni è aperta, fisicamente e ideologicamente. Nella scuola dei miei sogni non esistono voti, irreali etichette misuratrici di un'irreale oggettività. La scuola dei miei sogni è una scuola che apre le braccia alla soggettività, all'individualità, alla diversità. Nella scuola dei miei sogni i bambini non sono seduti ai banchi per sei ore al giorno, ma sono in continuo movimento, esploratori del mondo, del conoscere e di sé stessi.
Nella scuola dei miei sogni gli apprendimenti avvengono attraverso l'esplorazione, la ricerca, le domande, attraverso il "fare cose".
La scuola dei miei sogni vive di tempi distesi, dilatati, perché nella scuola dei miei sogni non c'è motivo di inseguire un programma (addobbato a "Programmazione didattica") che detta il cosa e il quando da troppo tempo.
Nella scuola dei miei sogni si ride molto.
La scuola dei miei sogni è un ambiente famigliare, dove le famiglie, per l'appunto, sono viste come qualcuno con cui darsi la mano, e non come dei disturbatori da tenere più lontano possibile.
Nella scuola dei miei sogni i bambini sono valutati attraverso lettere, racconti, sguardi, osservazioni; e anche i genitori entrano in gioco nella valutazione dei figli, con uno sguardo diverso, nel rispetto dei ruoli.
Nella scuola dei miei sogni si impara la matematica andando al mercato, l'italiano incontrando persone, la geografia muovendosi per la città.
Nella scuola dei miei sogni non si fa il catechismo.
La scuola dei miei sogni non prevede classi rigide, ma gruppi di lavoro aperti, fluidi, in cui gli insegnanti accompagnino, rilancino o lancino questioni, facciano da supporto e guida, ma non facciano in nessun modo credere che il sapere sia così come qualcuno lo dice.
Nella scuola dei miei sogni si insegna ad avere cura dell'ambiente, quello della scuola e quello naturale, e per farlo, semplicemente, lo si vive.
La scuola dei miei sogni è aperta, fisicamente e ideologicamente. Nella scuola dei miei sogni non esistono voti, irreali etichette misuratrici di un'irreale oggettività. La scuola dei miei sogni è una scuola che apre le braccia alla soggettività, all'individualità, alla diversità. Nella scuola dei miei sogni i bambini non sono seduti ai banchi per sei ore al giorno, ma sono in continuo movimento, esploratori del mondo, del conoscere e di sé stessi.
Nella scuola dei miei sogni gli apprendimenti avvengono attraverso l'esplorazione, la ricerca, le domande, attraverso il "fare cose".
La scuola dei miei sogni vive di tempi distesi, dilatati, perché nella scuola dei miei sogni non c'è motivo di inseguire un programma (addobbato a "Programmazione didattica") che detta il cosa e il quando da troppo tempo.
Nella scuola dei miei sogni si ride molto.
La scuola dei miei sogni è un ambiente famigliare, dove le famiglie, per l'appunto, sono viste come qualcuno con cui darsi la mano, e non come dei disturbatori da tenere più lontano possibile.
Nella scuola dei miei sogni i bambini sono valutati attraverso lettere, racconti, sguardi, osservazioni; e anche i genitori entrano in gioco nella valutazione dei figli, con uno sguardo diverso, nel rispetto dei ruoli.
Nella scuola dei miei sogni si impara la matematica andando al mercato, l'italiano incontrando persone, la geografia muovendosi per la città.
Nella scuola dei miei sogni non si fa il catechismo.
La scuola dei miei sogni non prevede classi rigide, ma gruppi di lavoro aperti, fluidi, in cui gli insegnanti accompagnino, rilancino o lancino questioni, facciano da supporto e guida, ma non facciano in nessun modo credere che il sapere sia così come qualcuno lo dice.
Nella scuola dei miei sogni si insegna ad avere cura dell'ambiente, quello della scuola e quello naturale, e per farlo, semplicemente, lo si vive.
Nella scuola dei miei sogni le regole sono condivise e proposte dai bambini stessi.
Nella scuola dei miei sogni la fatica e la noia sono formative, perché piene di senso.
Nella scuola dei miei sogni si ride molto (l'ho già detto?).
Ogni bambino, della scuola dei miei sogni, ha sempre con sè mantella e stivali, perché se piove un poco sarà ancora più divertente l'esplorazione.
Nella scuola dei miei sogni non esiste il "sussidiario", ma si leggono libri "veri". O si costruiscono.
La scuola dei miei sogni è pubblica.
All'intervallo, nella scuola dei miei sogni, si può giocare a calcio.
Nella scuola dei miei sogni esistono le frustrazioni, ma ognuno è accompagnato a superarle.
Nella scuola dei miei sogni i compiti a casa sono quelli di rivivere, sotto uno sguardo diverso, esperienze e scoperte fatte a scuola, semplicemente raccontando o giocando, con mamma e papà.
La scuola dei miei sogni è un luogo di accoglienza, un luogo caldo, di amicizia, di gioia e di rilassatezza. E' un luogo dove si ride, si piange, si litiga, si fa la pace.
Ci si emoziona.
Nella scuola dei miei sogni la fatica e la noia sono formative, perché piene di senso.
Nella scuola dei miei sogni si ride molto (l'ho già detto?).
Ogni bambino, della scuola dei miei sogni, ha sempre con sè mantella e stivali, perché se piove un poco sarà ancora più divertente l'esplorazione.
Nella scuola dei miei sogni non esiste il "sussidiario", ma si leggono libri "veri". O si costruiscono.
La scuola dei miei sogni è pubblica.
All'intervallo, nella scuola dei miei sogni, si può giocare a calcio.
Nella scuola dei miei sogni esistono le frustrazioni, ma ognuno è accompagnato a superarle.
Nella scuola dei miei sogni i compiti a casa sono quelli di rivivere, sotto uno sguardo diverso, esperienze e scoperte fatte a scuola, semplicemente raccontando o giocando, con mamma e papà.
La scuola dei miei sogni è un luogo di accoglienza, un luogo caldo, di amicizia, di gioia e di rilassatezza. E' un luogo dove si ride, si piange, si litiga, si fa la pace.
Ci si emoziona.
La scuola dei miei sogni ho in qualche
modo contribuito a farla nascere e a renderla realtà. E da qualche giorno, grazie al cielo (chiamiamolo "cielo"...) ho la possibilità di lavorarci.
Sono fortunato.
L.T.
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