In un interessante articolo Sabrina Borriello ci parla del valore fondamentale della lettura e dell'alfabetizzazione emotiva, del valore delle storie e delle parole nella nostra società e del fondamentale ruolo di educatori, genitori ed
insegnanti, nel rendere il bambino un lettore efficiente e consapevole.
L’intelligenza emotiva, a differenza dell’intelligenza tradizionale
standardizzabile con il Q. I., si può educare, sviluppare e raffinare
durante tutta la vita, e in particolare durante il periodo critico di
apprendimento, dal momento che un temperamento non è destino.
La strutturazione di un sé equilibrato ed emotivamente consapevole è un
obiettivo educativo di ordine sociale, dal momento che nell’affettività
«c’è sempre relazione e, cioè, costruzione, sia pure a volte fragile e
frammentaria, di dialogo e di ascolto, di silenzio e di contatto: di
intersoggettività»
La lettura è un indispensabile strumento di consapevolezza emotiva e,
quindi, di emancipazione sociale dal momento che, come i lettori
appassionati sicuramente riescono ad intuire con facilità, si tratta di
un’esperienza altamente formativa, fondamentale per modificarci e
cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi e del mondo.
Attraverso i libri che leggiamo, costruiamo il nostro essere, che è
tatuato di parole. Senza i buoni libri che abbiamo letto, che ci hanno
creati e ricreati, saremmo in qualche modo peggiori di quello che siamo,
meno ribelli, meno coraggiosi e più conformisti. Leggere non è mai un
dovere ma una scelta libera da cui derivano moltissimi benefici come
l’apprendimento della lingua, la conoscenza del mondo, lo sviluppo
dell’immaginazione e, soprattutto, la crescita personale e interiore.
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Buona lettura, davvero!