In
una recente intervista al Corriere della Sera, Gabriele Clima, autore e
illustratore di libri per l’infanzia, sostiene che non esiste una letteratura di importanza inferiore per bambini e ragazzi così come i bambini non dovrebbero
essere considerati persone minori da riempire, aggiustare o raddrizzare secondo
i dettami di un paradigma bonificatorio e di un’adultizzazione sempre più precoce e imperante. Esistono libri buoni, suggerisce Clima, che
possono essere letti da chiunque perché affrontano tematiche che toccano la
vita, anche “temi forti” che il mondo adulto teme e a cui paradossalmente non espone i bambini
immersi in una realtà complessa e continuamente in trasformazione che “con una
potenza di fuoco aumenta sempre di più”. Libri che “gettano radici, lavorano in
profondità”, che permettono di elaborare e codificare la realtà aldilà del fluire
incontrollato e vacuo delle parole che scorrono impetuose in tv e in rete.
La mia maestra è un
vampiro! crediamo sia uno di questi buoni libri: entusiasma e
coinvolge il bambino e invita ad avviare una riflessione critica e consapevole
l’adulto, attraverso lo sguardo del bambino.
Amaranta,
la maestra di Greta è dura, rigida, severa, con uno sguardo affilato che
“sembra tagliarti a fette”. È smorta, pallida, con mani ossute e i canini che
le sporgono dagli angoli della bocca. Abita in una via stretta e angusta, via
delle Case Scure, in un'abitazione buia e con le tende tirate. Amaranta non può che essere
un vampiro!
Metafora
quanto mai appropriata per tanta (troppa!) scuola che giorno dopo giorno succhia linfa vitale ai bambini e ai
ragazzi, che li priva della possibilità della curiosità, della scoperta, dell’immaginazione, dell'esperienza ludica, dell'avventura.
Una scuola sciatta, scialba, fredda che si ripara, come Amaranta, dalla luce di
un sapere dialogico e rigenerante, che liofilizza “l’arte e gli oggetti della
conoscenza, togliendo loro umori e vita” (Lorenzoni, 2014), che inchiavarda i
corpi dentro scomodi banchi e si trincera dietro le cattedre del giudizio.
Toccherà
a Greta, alla qualità infante del suo sguardo sconfinante e crepitante,
sottoporre la scuola alla “prova del sangue” per ritrovare una maestra fatta di
carne, ossa e cuore che sa prendersi il tempo per ascoltare, vedere, sorridere, dialogare
con i suoi piccoli allievi.
La
lettura del libro è intervallata da alcuni giochi, che non sono “sciocchezze o
perdite di tempo” come sentenzia il mondo adulto che non fa altro che reguardire
Greta, ma pause necessarie per rimettere in gioco il sapere.
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