sabato 10 settembre 2016

Un tempo per pensare


"Alla maggior parte delle bambine e dei bambini non è concesso il diritto di riconoscere la qualità dei propri pensieri e rendersi conto della loro profondità.(...) Una moltitudine innumerevole di associazioni, intuizioni, connessioni e vere e proprie folgorazioni infantili restano dunque nascoste sotto terra, scavando un labirinto di canali che non arriveranno mai alla luce del sole, perchè privati della dignità che nasce dal credere nella propria capacità di pensiero." (F.Lorenzoni, I bambini pensano grande. Cronaca di un'avventura pedagogica, p.11)
"Il primo giorno di scuola ci hanno dato il quadernino e... la mia vita è cambiata! La mia immaginazione è cresciuta e ho scoperto che basta una parola per far nascere un mondo di pensieri, problemi, emozioni, felicità e tristezza. E' per questo che quest'anno è stato fantastico" (Beatrice, ultima pagina del quadernino dei pensieri)
I primi quindici minuti di scuola, ogni mattina. Tempo breve ma prezioso, sottratto alla frenesia delle giornate, al fare delle attività, ma sottratto anche alla correzione, alla valutazione e ad ogni forma di giudizio da parte di noi adulti. Un tempo a scuola fuori dalla scuola. Un tempo solo per stare in compagnia dei propri pensieri. E per aiutare il pensiero a nascere. 
Una parola: si apre una grande finestra di cartone appesa in classe ed appare la parola della settimana...Sono parole che spuntano dal quotidiano dei bambini o magari parole con cui le insegnanti gettano un amo per vedere cosa succede nella testa dei bambini. Ogni parola in sé è potente; alcune più di altre muovono i pensieri dal nostro vissuto...ci sono parole più calme, altre più seducenti; alcune sono molto scomode...
I pensieri dei bambini hanno tante forme: la parola è solo l'inizio. Alcune trasformano i pensieri in storie, altre in ricordi; ci sono parole che danno il via a riflessioni, altre sono la chiave perchè il pensiero prenda posizione. Si assiste alla nascita dell’opinione umana ed è un privilegio per l'insegnante esserne spettatore.
.


lunedì 5 settembre 2016

Una scuola Green(e)

“Nel complesso The Greene School Carlo Ratti ha unito natura e tecnologia per creare un luogo di apprendimento innovativo, un learning gardenL’ambiente diventa il primo veicolo di insegnamento, dove l’esperienza coadiuvata dall’ecologia diventa “porosa”, penetrando così le menti dei giovani studenti.

«La scuola del futuro sarà aperta: aperta alle idee, aperta alla diversità e aperta alla natura».

La scuola si articola attorno a due spazi comuni: una piazza e un giardino.
The Greene School sarà uno spazio molto importante, in cui far crescere una comunità di studenti. Le aule si affacciano sulla grande area verde adiacente all'edificio: questo crea una specie di osmosi tra l’interno e l’esterno. Qui ci saranno orti didattici, fablab, campi da tennis e calcio. L’ambiente poroso, inoltre, aiuterà a far emergere nei ragazzi un’attenzione e una curiosità spontanee. 
Gli elementi naturali serviranno a incitare la curiosità dei ragazzi e facilitare la concentrazione, senza forzature.”

«Quello che vogliamo stimolare è un processo di co-creazione, in cui tutti possano esprimersi liberamente, in uno spazio comune».


Qui l’articolo completo.

Questa, invece, la realtà del learning garden di Cavezzo (Modena) progettata da Carlo Ratti e Renzo Piano. [Traduzione in italiano]