mercoledì 29 luglio 2015

La scuola nel bosco

La scuola nel bosco è realtà anche in Italia.
"Partirà a settembre ad Ostia Antica (Roma) la prima scuola primaria italiana che si ispirerà ai principi pedagogici delle scuole nel bosco" come si legge in questo  articolo.

E finalmente anche qui possiamo pensare a realtà in cui approfondire, studiare e  vivere un modo di educare con la natura e nella natura, come nella summer school di Bambini e Natura

venerdì 24 luglio 2015

La prigione e la scuola

"Ai bambini la scuola non piace perché è - oso dirlo - una prigione. Ai bambini la scuola non piace perché, come ogni essere umano, anche loro bramano la libertà, e a scuola non sono liberi. [...] A scuola, così come nelle carceri per adulti, i reclusi sono tenuti a fare quanto gli viene detto e sono puniti se non lo fanno. In realtà gli scolari devono fare quanto gli viene detto per più tempo dei detenuti. Un'altra differenza, naturalmente, è che mettiamo gli adulti in prigione perché hanno commesso un crimine mentre i bambini li mettiamo a scuola per via della loro età ".
Peter Gray, Lasciateli giocare, Einaudi, Torino, p. 60-1.

mercoledì 15 luglio 2015

Manifesto per Una scuola


L’esperienza in ambito pedagogico e didattico a contatto con la scuola e gli insegnanti indica con forza come non si possano più ignorare le domande di ripensamento dell'attuale, perché la scuola possa continuare a rispondere al suo mandato formativo e trasformativo dell'esistente. Il nostro manifesto per Una scuola attraversa alcuni snodi a nostro parere irrinunciabili per una scuola che intenda confermare e far evolvere le proprie funzioni.

Manifesto per Una scuola

martedì 14 luglio 2015

Fare scuola

Oggi la questione di quale sia il valore dell’andare a scuola è contemporaneamente forte e nuova. E lo è tanto più quanto più accessibili sono le informazioni che contribuiscono a costruire quella che chiamiamo conoscenza: se connettendomi ad un pc o, per un nativo digitale, ancor meglio ad un tablet posso reperire tutte le informazioni che voglio o di cui ho bisogno, perché andare a scuola? E poi perché andarci se lì quelle stesse informazioni mi vengono messe a disposizione con maggior tempo e minor piacere? E in più neppure quelle che mi attraggono, ma quelle che qualcun altro ha deciso essere rilevanti per me?
Ovviamente ci stiamo provocando, ma le molte forme di educazione alternativa che vediamo sorgere e diffondersi, dall’homeschooling all’unscholling per citarne alcune, non possono non interrogarci ed interrogare, chiamandoci a pensare a quale può essere oggi sia il senso sia il modo per cui andare a scuola ha ancora ragione (e per noi, sia chiaro, ne ha).
Il senso deve trovarsi per forza in un valore aggiunto, dato dalla possibilità non solo di rendere accessibile per tutti la cultura disponibile, che è e resta uno degli obiettivi della diffusione della scolarità, ma anche (per noi molto) di permettere di sperimentare forme di apprendimento in dialogo con gli altri, in linea con una prospettiva della conoscenza che si co-costruisce nel rapporto tra individui e tra questi e il proprio ambiente: questo allora deve essere un primo impegno della scuola, che non può considerare opzionale il lavoro di gruppo, ma farne un punto di forza e una priorità.
Il modo deve stare in continuità con quelli che oggi sappiamo essere i modi con cui gli individui apprendono, modi che somigliano molto a quelli della ricerca adulta, contemplando interessi e dunque motivazioni, partendo da domande autentiche, rispettando le differenti inclinazioni, consentendo di esplorare con i propri tempi, valorizzando la portata dei tentativi e degli errori.
Allora, senza che glielo si chieda, i bambini apriranno i loro quaderni, sfodereranno le loro matite e coltiveranno naturalmente la propria sete di conoscenza.