domenica 23 ottobre 2016

Sentire con il corpo: una suggestione a partire da Alexander Lowen



"Gli uomini pensano di risolvere tutto con la mente invece di "sentire". Ma il sentire non ha a che fare con l'intelligenza o con la forza. Solo lavorando su di sé, sul proprio corpo - grazie al quale l’uomo "sente" – l’uomo può curarsi e aspirare, come è sacrosanto, a una vita sana, libera, felice. Ed essere in grado di amare veramente."

                                                                                         Alexander Lowen

mercoledì 5 ottobre 2016

"La mia maestra è un vampiro!"


In una recente intervista al Corriere della Sera, Gabriele Clima, autore e illustratore di libri per l’infanzia, sostiene che non esiste una letteratura di importanza inferiore per bambini e ragazzi così come i bambini non dovrebbero essere considerati persone minori da riempire, aggiustare o raddrizzare secondo i dettami di un paradigma bonificatorio e di un’adultizzazione sempre più precoce e imperante. Esistono libri buoni, suggerisce Clima, che possono essere letti da chiunque perché affrontano tematiche che toccano la vita, anche “temi forti” che il mondo adulto teme e a cui paradossalmente non espone i bambini immersi in una realtà complessa e continuamente in trasformazione che “con una potenza di fuoco aumenta sempre di più”. Libri che “gettano radici, lavorano in profondità”, che permettono di elaborare e codificare la realtà aldilà del fluire incontrollato e vacuo delle parole che scorrono impetuose in tv e in rete.

La mia maestra è un vampiro! crediamo sia uno di questi buoni libri: entusiasma e coinvolge il bambino e invita ad avviare una riflessione critica e consapevole l’adulto, attraverso lo sguardo del bambino.

Amaranta, la maestra di Greta è dura, rigida, severa, con uno sguardo affilato che “sembra tagliarti a fette”. È smorta, pallida, con mani ossute e i canini che le sporgono dagli angoli della bocca. Abita in una via stretta e angusta, via delle Case Scure, in un'abitazione buia e con le tende tirate. Amaranta non può che essere un vampiro!
Metafora quanto mai appropriata per tanta (troppa!) scuola che giorno dopo giorno succhia linfa vitale ai bambini e ai ragazzi, che li priva della possibilità della curiosità, della scoperta, dell’immaginazione, dell'esperienza ludica, dell'avventura. Una scuola sciatta, scialba, fredda che si ripara, come Amaranta, dalla luce di un sapere dialogico e rigenerante, che liofilizza “l’arte e gli oggetti della conoscenza, togliendo loro umori e vita” (Lorenzoni, 2014), che inchiavarda i corpi dentro scomodi banchi e si trincera dietro le cattedre del giudizio.
Toccherà a Greta, alla qualità infante del suo sguardo sconfinante e crepitante, sottoporre la scuola alla “prova del sangue” per ritrovare una maestra fatta di carne, ossa e cuore che sa prendersi il tempo per ascoltare, vedere, sorridere, dialogare con i suoi piccoli allievi.

La lettura del libro è intervallata da alcuni giochi, che non sono “sciocchezze o perdite di tempo” come sentenzia il mondo adulto che non fa altro che reguardire Greta, ma pause necessarie per rimettere in gioco il sapere.

lunedì 3 ottobre 2016

Una scuola che “dà valore”

“Mentre la scuola del profitto è imperniata sulla competizione, sul controllo, sul premio o sulla punizione, noi cerchiamo di creare, lavorando all'interno di essa, esperienze controcorrente che partano dalla fiducia, dalla cooperazione e dalle relazioni umane.

La valutazione di un ragazzo o di una ragazza, di un bambino o di una bambina è un processo molto importante per la crescita. Tuttavia non può consistere in una misurazione estemporanea e parziale di alcune capacità sulle quali ci si basa per approvare o deplorare, per promuovere o bocciare. Ciò che invece è importante è la valorizzazione dei doni e delle intelligenze personali, cioè la valutazione intesa come “dare valore”. La persona che si sente compresa e valorizzata per ciò che è, non per ciò che qualcun altro si aspetta da essa, sente di valere, sente di avere una sua originalità da esprimere e ciò mette in atto una motivazione spontanea a crescere ed imparare.

Un allievo che studi per la promozione è stato piegato dal sistema del profitto ad impegnarsi per raggiungere un interesse estrinseco, stabilito da altri e ciò lo porta ad essere promosso ma disinnamorato del sapere; per indurlo a studiare diventano necessarie le forme di coercizione scolastica che tutti conosciamo. Un allievo che invece studia per passione e non si cura del voto e non ha unicamente come meta la promozione, un allievo che cioè studia per gratuità, non solo sarà promosso ma diventerà molto più competente e utile alla società." 

Qui l’intervista completa a Ferdinando Maria Ciani, ideatore del progetto della Pedagogia e della scuola del gratuito.

Qui invece il manifesto ed altre informazioni sulla scuola del gratuito.