mercoledì 24 gennaio 2018

Certe sere, Una scuola

Pensare una scuola diversa è un sogno bellissimo, di quelli che si coltivano per anni, studiando, lavorando, progettando.
Provare a farla è un impegno enorme, faticoso, incerto: tutta la bellezza che si desidera chiede un lavorio costante, un aggiustamento continuo, una paziente ma fervida attesa.
Lungo la strada ci sono inciampi, scoraggiamenti, dubbi, entusiasmi, tutti insieme, in un "caos primordiale" promettente, ma mischiato e scomposto, ogni volta da rimettere in fila.
Poi arriva una sera come questa, in cui insegnanti e genitori si ritrovano per una riunione che non sembra una riunione, gli uni accanto agli altri a raccontarsi quel che sta accadendo, con i bambini al centro dei pensieri e una gran voglia di condividere cosa possa davvero significare offrire loro contesti in cui apprendere senza ansie da prestazione, senza voti a fare da motivazione estrinseca, senza omologazioni, ma per il piacere di capire, conoscere, imparare.
Una sera a nasi in su, a leggere tracce di documentazioni che raccontano percorsi, stili, domande di tutti e di ognuno.
Una sera a far circolare emozioni buone intorno a parole - colloqui, pagelle, compiti... - che spesso sono accompagnate da ben altri sentire.
È in sere come queste che si fa tangibile il sogno di una scuola diversa. Anzi, il sogno di un paese.
Grazie a ciascun insegnante, a ciascun genitore, a ciascun bambino. Uno per uno.
Francesca e Monica



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