lunedì 24 marzo 2014

Fondamenti 2: la dimensione del gioco e dell'esplorazione

La struttura ludica deve informare tutte le esperienze della scuola, nel senso che esse devono coinvolgere come in un flusso (Csikszentmihalyi, 1990).
Ma non perché il gioco alleggerisce l’apprendimento, bensì perché il gioco insegna a impegnarsi e a fare fatica, con un orizzonte di senso. Perché il gioco è intrinsecamente una esperienza di crescita, comprensione, amplificazione, sotto il segno della libertà: ci si impegna liberamente quando si gioca, perché il gioco è l’attività di "superamento volontario di ostacoli non necessari" (Suits, 2005). Così dovrebbe essere anche nei contesti educativi. La complessità dell’imparare discende allora da una scelta di superamento dei propri ostacoli o impedimenti per un desiderio di conoscenza e di trasformazione (Antonacci, 2012). Apprendere deve partire da una domanda di senso, per ogni singolo soggetto, insegnante e studente. L’ispirazione esplicita alla scuola Quest To Learn nasce proprio dalla connessione tra gioco e apprendimento, dove il primo non è strumento tecnico subordinato al secondo, ma dove mondi interconnessi si nutrono reciprocamente grazie alla motivazione. L'orientamento è alla costruzione di domande di esplorazione (Smith, 2012; Guerra, 2013), ricerca e trasformazione, senza materie separate, categorizzazioni e scatole disciplinari. Obiettivo è la costruzione di un habitus alla ricerca, che inviti ad andare in profondità attraverso un esercizio costante.

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