Una scuola è il luogo ideale per l'esercizio della divergenza e della differenza. Non attraverso progetti momentanei, nè attraverso visioni pacificate ed edulcorate, ma nella pratica quotidiana e costante di una pluralità di lingue, culture, pensieri che possano mostrare le loro congiunzioni come le loro distanze. Ogni occasione per mettere in dialogo con ciò che appare diverso da sé viene colta, per poterne discutere, per poterlo conoscere. Perché ciò che si conosce non è più vissuto come pericoloso.
Coerentemente, la scuola che immaginiamo non prevede ore dedicate all'insegnamento della religione, ma la possibilità di fare posto ai diversi credo, e soprattutto spazio e tempo sono dedicati alla possibilità da parte di ciascuno di coltivare la propria spiritualità, come individuo in dialogo con gli altri individui e con le energie che abitano il mondo, oltre che con le parti più profonde di sé.
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