“L’istituzione
scolastica della nostra epoca è pensata su base istruttiva (Ministero della
Pubblica Istruzione) ed è indubitabilmente propedeutica e funzionale
all’inserimento dei giovani esseri umani nella società degli adulti, il che in
un certo senso parrebbe ovvio e sacrosanto da che mondo è mondo. Ma nel momento
in cui si diventa consapevoli del fatto che la nostra attuale “società degli
adulti” somiglia in maniera inquietante ad un esercito di dormienti, la faccenda
acquista una luce diversa.
E-ducare
[...] presuppone una diversa visione dell’essere umano, come individuo
irripetibile che porta con sé già dalla nascita un patrimonio originale di
doni.
Insegnare
la domand-abilità, la capacità di porsi
interrogativi, di mettere in discussione l’ovvio, il già noto, diventa allora
l’aspetto essenziale. Mentre la risposta mette un punto, la domanda apre un
mondo di possibilità e si fa trampolino per la domanda successiva. E’ la
domanda, con il suo potere di far traballare le false certezze, che permette
all’anima di cercare la sua via e, nel farlo, di entusiasmarsi e finalmente
brillare.
Potremmo
dunque riassumere in questo modo le “urgenze trasversali” di una scuola che
voglia dirsi evolutiva:
- che i ragazzi vengano almeno parzialmente sollevati da un comprensibile stress che a volte vivono come insopportabile e che sempre più spesso li porta a subire la scuola come una forzatura ed una limitazione della propria vitalità, fisica e psicologica, che ruba spazio alla loro vita ed ai loro interessi, anziché espanderli;
- che la parola e-ducazione trovi nella scuola uno spazio sempre crescente e venga applicata nella sua autentica accezione, quella di liberare e valorizzare – piuttosto che soffocare o mortificare, come spesso purtroppo avviene – quello che già c’è dentro ad ognuno;
- che la “ricerca personale” diventi uno stile di vita già a partire dalla fase scolastica (ricercare vs credere);
- che la scuola inizi ad attivare percorsi di auto-conoscenza, basati sulle tante diverse tecniche oggi rese disponibili da un numero sempre crescente di bravi operatori.
Qui l’intera
riflessione di Elena Guidi.
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