“E se oggi la scuola dovesse essere proprio un lungo,
ingombrante intervallo?
Un intervallo
inteso come sospensione dal bombardamento di informazioni senza filtri,
dall’accumulo frettoloso di dati presto svaniti, dalla corsa a competere e
primeggiare, per consentire alla scuola – dichiaratamente, spudoratamente – di
essere il posto dove il pensiero prende
fiato, permettendosi di farsi curioso, analitico,
critico; dove si apprende a cercare le
informazioni, sperimentando la capacità di scegliere, prendere
posizione, a volte opposizione; dove si esercita la competenza
a conoscere gli altri, tutti, facendo
la fatica di scambiare gli sguardi e provando a diventare solidali; dove si costruisce il rispetto
per il mondo, non perché viene “insegnato”, ma perché lo si
può incontrare, attraversare, abitare.
Un intervallo
che interrompe la paura e apre alla vita.”
Su Bambini e Natura, l'articolo completo.
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